2016 5 dicembre

Le corse campestri


di Simone De Lorenzi

Le corse campestri (note anche come cross o cross country) rappresentano una specialità stagionale dell’atletica, in quanto si svolgono classicamente nel periodo invernale (dicembre-marzo). Sono gare molto particolari, si articolano infatti su tracciati di distanza variabile tra i 4000 ed i 10000 metri (normalmente le nostre regionali sono di 4500-5000) ma ciò che le caratterizza è il tipo di terreno; si svolgono infatti in circuiti sterrati, il cui fondo varia anche e soprattutto in funzione delle condizioni climatiche. Normalmente sono tratti erbosi, ma proprio a causa del meteo ci si può trovare ad avere a che fare con fango, tratti sconnessi con buche, neve, ghiaccio, ghiaia, alternanza fondo duro e morbido, nonché di salite-discese od ostacoli naturali quali radici-alberi. E’ una vera e propria specialità a sé.

Dal punto di vista fisiologico le corse campestri si collocano nel mezzofondo prolungato (il classico 5000 dell’atletica), ma per le sue peculiari caratteristiche servono ulteriori doti per correrle, non basta la pura potenza aerobica. L’impegno muscolare e coordinativo richiesto è infatti decisamente superiore, il fondo sconnesso ed i sali-scendi presenti in quasi tutte le “nostre gare” impongono un allenamento specifico per poterle affrontare al meglio.

Sono quindi adatte a tutti? A parer mio sì. Albanesi dice che le dovrebbe affrontare solamente chi le ama, per via della poca specificità con le normali gare su strada. Secondo me invece rappresentano un’ottima base per poter poi nella stagione primaverile cimentarsi al meglio sulle mezze o maratone; in questo tipo di gare in particolar modo si allenano la potenza aerobica e la soglia anaerobica, ottimo modo per allenarsi gareggiando e divertendosi, no?

Unica accortezza, soprattutto per non incorrere in infortuni, cercare di adattare il fisico alla corsa su questo tipo di terreno. Vanno inserite perciò nella programmazione settimanale sedute di allenamento di fondo medio su percorsi simili a quelli della gara (8-12km a velocità di 20-30” secondi più lenti rispetto al proprio tempo sui 10 mila metri) oppure sedute di ripetute medie e brevi (400-1000 metri sempre su terreni sconnessi al proprio ritmo delle staffette es. 8x400 oppure 4x1000).

Infine un cenno sulle scarpe da utilizzare. Per tutti coloro che viaggiano a ritmi abbastanza elevati (sotto i 4’/km tanto per dare un numero) le scarpe chiodate sono praticamente d’obbligo, il tipo di terreno impone una certa stabilità che non va sottovalutata. Per coloro i quali, invece, il tempo non è la massima priorità possono tranquillamente utilizzare delle scarpe da trail, ottimo compromesso per avere un minimo di stabilità in più rispetto alle normali scarpe da corsa.

Buon divertimento!




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