2017 13 giugno

Cortina Dobbiaco Run


Cortina d' Ampezzo 04.06.2017

A più di una settimana di distanza pago ancora i 30 km della Cortina-Dobbiaco. 
Mi son iscritta considerato il training per la maratona di aprile e, non per secondo motivo, per stare di nuovo con i Kaos della Podistica Formiginese che mi hanno sistemato vitto, alloggio e umore. 
Hotel a Cortina (un'immersione in un film anni '80 di Gerry Calà) e un paio di auto a Dobbiaco per agevolare logistica e trasferimenti.
Il posto non è roba nuova per me, figlia d'arte di uno che ha amato e ama la montagna in maniera viscerale e rispettosa, che ci ha costrette -noi figlie- a seguirlo fino all'età della conquistata libertà, ovunque, ogni maledetta domenica, non ho avuto lo sguardo perso e sognante come i runner del cagliaritano. 
L'abitudine alle meraviglie si paga con l'impossibilità di stupirsi. 
I Kaos mi hanno adottato grazie ad un fortunatissimo incontro con Simona con cui ho corso (senza mai averla vista prima) la prima mezza sotto le 2h a Trieste nel 2015, siamo finite sul Piccolo in una foto in cui ci abbracciamo e su quei 21km è nata una bella amicizia. Anche questa volta siamo finite sul giornale! Sulla Gazzetta di Modena felicemente infiltrata (io) nella foto della loro squadra. 
Cena insieme, sonno profondissimo con il suono del torrente a farci crollare secchi e colazione in una sala piena di divise di società di tutt'Italia.
Sull'onda dei 42,195 raggiunti a Padova con grandissima soddisfazione, non mi son risparmiata per tutto maggio come invece gli esperti tutti mi consigliavano di fare: di stare buona, buona, buonissima. Ma quando le endorfine comandano, e comandano su un beginner level come me, poco c'è da fare. 
Il clima che ho percepito alla partenza aveva molto più spirito competitivo di altre corse, i 500m di dislivello (saranno anche graduali sui primi 14 km) ma se non c'è l'abitudine si sentono anche troppo.  
L'ho portata a casa in qualche secondo in meno delle 3h. Quello volevo. Lo sappiamo noi che corriamo: 2h59' e 55'' non sono 3h. 
Ho patito tantissimo i primi 14 km in salita, ho sentito subito e forte la mia non abitudine e forte antipatia per le salite. Mi son appesa ai passi di Paola con cui ho scambiato chiacchiere e da casa ho ritrovato poi online. Mi son buttata in discesa lasciando che le gambe trovassero il loro andare e ho rallentato sui ristori che son stati (più che per la maratona) indispensabili. Stupita di avere un'altra medaglia al collo ho spento il Tom-Tom sorpresa di aver finito anche quella, in uno stato di stanchezza intensa, con i crampi che per la prima volta da quando corro si son fatti sentire, cattivi e padroni. Arrivata alla doccia, sottodimensionata in spazi per la quantità di atleti presenti, si è scatenato un temporale che ha fatto precipitare la temperatura a 10°, ha colpito e fatto accelerare chi ancora era per strada. Mi son fatta una doccia gelata, asciugata, riparata e avvolta in una coperta termica che fortunatamente avevo in saccoccia ad aspettare chi è arrivato poco dopo con le labbra blu. Ristori all'arrivo sono stati sostituiti con un "pacco viveri" dietetico: non mi aspettavo di certo aragosta e champagne (sebbene delle volte.. considerati i prezzi di alcuni pettorali) ma una mela, un paninetto con le uvette, mezzo litro d'acqua e un'altra bottiglietta di pseudo-integratore son poca roba per ripristinare un minimo di forze dopo 30km sulle gambe, soprattutto l'acqua personalmente mi è mancata. 
Felice di averla fatta, forse non avrà una replica ma rimane indiscutibilmente un altro punto di arrivo che mai mi sarei immaginata di poter inserire nel mio personale palmarès quando 4 anni fa ho iniziato a correre il mio primo minuto e il minuto dopo, DI VOI TUTTI, ho detto: "Questi sono dei pazzi" , in quel VOI adesso ci sono anch'io! ;)
"Le motivazioni non si possono insegnare, si hanno e basta."

 ​V​aleria S​traneo

 

Dida 

 


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